Maria Stuarda: Atto II. "Deh! l'accogli... Morta al mondo, e morta al trono" (Leicester, Maria) Songtext
von Luciano Pavarotti
Maria Stuarda: Atto II. "Deh! l'accogli... Morta al mondo, e morta al trono" (Leicester, Maria) Songtext
Ve l′accogli?
Su terra voler
Non sosta?
L'abisso le cieca
Troppa altera
Da un crudo destino
Avenita dinanzi ti sta
Morte è il mondo
Morte, morte, morte è il mondo
Morto il core
Morto, appresso a te prostrato
Solo il nome tuo m′indaga
L'anno scordi, la sognata
Sorrendo, t'invasti
Lei t′invasti, quando faccia delirasti
Deh, solleva l′infelice
Che riposa sul tuo cor
Quando a te si addice
Nella polvere lo sol
Sofferenza
E a me si chiede
Chi ti rende?
Chi? Tu stessa
L'alma tua
Qual è l′altera
Che pericolo soffira?
Coni piedi
Coni piedi, o sciagurato
Coni piedi
O noto d'oro tradito
E d′oro dimenticato
Di quel misero momento
Al tuo braccio, al mio core
Al mio core, le pene segnala
Sol le pene, le pene giurate
Giurami che manchi or
Or, o vento, or, o vento
Sol delirio, delirio
Madonna, che teneste lì giù?
Chi ama in sen la tua costanza
Qual che speme ancor ti avanza
Non di costi onore e vita
Una grazia a te impartita
Un favor che al nostro affetto
Tante volte incendia
Quali accenti
All'io cospetto
Parla, o Conte!
E che dirò?
Un rimedio ha il canto
E quell′altro non v'è tanto
Sia l'odore o non sia accese
A favore un gremio regga
Ah, che sento!
Ah, che sento!
Ah, che tanto pianto
Ah, che tanto pianto
Ah, che freddo!
Ah, che freddo!
Qual insopportable affanno!
Che fate, che fate?
Figli, pur di voler
Oddio!
Parli tu di disonore
E ricorri a ciel degno asilo
In te cada il mio rossor
Oh, fallace
Era solo invera, sì
Vil bastardo
Dal tuo piede
Ah!
Quali accenti
E l′ardelirio
S′ete più
Perdono in me
Su terra voler
Non sosta?
L'abisso le cieca
Troppa altera
Da un crudo destino
Avenita dinanzi ti sta
Morte è il mondo
Morte, morte, morte è il mondo
Morto il core
Morto, appresso a te prostrato
Solo il nome tuo m′indaga
L'anno scordi, la sognata
Sorrendo, t'invasti
Lei t′invasti, quando faccia delirasti
Deh, solleva l′infelice
Che riposa sul tuo cor
Quando a te si addice
Nella polvere lo sol
Sofferenza
E a me si chiede
Chi ti rende?
Chi? Tu stessa
L'alma tua
Qual è l′altera
Che pericolo soffira?
Coni piedi
Coni piedi, o sciagurato
Coni piedi
O noto d'oro tradito
E d′oro dimenticato
Di quel misero momento
Al tuo braccio, al mio core
Al mio core, le pene segnala
Sol le pene, le pene giurate
Giurami che manchi or
Or, o vento, or, o vento
Sol delirio, delirio
Madonna, che teneste lì giù?
Chi ama in sen la tua costanza
Qual che speme ancor ti avanza
Non di costi onore e vita
Una grazia a te impartita
Un favor che al nostro affetto
Tante volte incendia
Quali accenti
All'io cospetto
Parla, o Conte!
E che dirò?
Un rimedio ha il canto
E quell′altro non v'è tanto
Sia l'odore o non sia accese
A favore un gremio regga
Ah, che sento!
Ah, che sento!
Ah, che tanto pianto
Ah, che tanto pianto
Ah, che freddo!
Ah, che freddo!
Qual insopportable affanno!
Che fate, che fate?
Figli, pur di voler
Oddio!
Parli tu di disonore
E ricorri a ciel degno asilo
In te cada il mio rossor
Oh, fallace
Era solo invera, sì
Vil bastardo
Dal tuo piede
Ah!
Quali accenti
E l′ardelirio
S′ete più
Perdono in me
Writer(s): Gaetano Donizetti Lyrics powered by www.musixmatch.com

